L’Unione Europea pubblica lo studio di Evodevo “Ethics and Big Data”

Scritto da Stefano De Luca

6 April 2017

Già nel 2012 il New York Times considerava l’avvento della “Age of Big Data” come una delle più importanti rivoluzioni sociali e culturali degli ultimi decenni per l’intera razza umana. L’enorme accumulo di dati in formato digitale offre potenzialità straordinarie, ancora da sfruttare a livello globale, ma ha posto anche nuove sfide, dalla privacy dei cittadini alla qualità dell’informazione, dall’educazione digitale all’efficienza delle organizzazioni. La risposta a questi nuovi interrogativi non è solo tecnologica: è in primo luogo culturale, anzi, etica.

Va in questa direzione l’importante studio di Evodevo, un’eccellenza italiana a livello internazionale nel campo dei Big Data e della gestione della conoscenza, realizzato per l’EESC, lo European Economic and Social Committee.

Lo studio analizza le possibili implicazioni etiche dell’utilizzo intensivo dei Big Data in vari ambiti sociali ed economici. Nel corso dello studio sono state realizzate numerose interviste con stakeholder italiani ed europei per condividere riflessioni ed idee su come bilanciare le potenzialità dei big data in tema di sviluppo e benessere per tutti con la necessità di tutelare diritti umani fondamentali, come il diritto alla privacy. A conclusione di tali riflessioni Evodevo ha proposto 5 azioni da intraprendere a livello di UE, per massimizzare l’efficacia dei Big Data, nel rispetto dei diritti dei cittadini:

A conclusione di tali riflessioni, Evodevo ha proposto 5 azioni da intraprendere a livello UE:

  1. un portale europeo nel quale i cittadini possono registrarsi e accedere alle informazioni sui dati personali che hanno fornito in cambio di servizi;
  2. un sistema europeo di certificazione – sul modello delle norme ISO – per aiutare gli utenti di servizi digitali a individuare le imprese virtuose che applicano pratiche etiche in materia di protezione dei dati personali;
  3. un sistema di gestione dei dati simile a quello dei bilanci di sostenibilità che attesti la rispondenza delle imprese agli standard europei in materia di protezione dei dati e gli sforzi che esse compiono, per andare oltre i requisiti stabiliti dalla legge;
  4. una banca dati europea di sanità elettronica che raccolga tutte le informazioni in materia di salute fornite dai cittadini europei alle istituzioni sanitarie per sottoporsi a cure e messe a disposizione, in diverso formato, di ospedali, università e centri di ricerca, o dei cittadini stessi;
  5. educazione digitale in materia di Big Data con moduli di vario livello da inserire nei curricula scolastici e universitari, al fine di sensibilizzare i cittadini sulle possibili implicazioni connesse ai Big Data e sui modi per prevenire un’eccessiva esposizione delle informazioni personali.

Perché non può esserci un reale avanzamento della società e della conoscenza, senza etica.

Lo studio è disponibile in inglese e francese qui o al link della EESC: http://www.eesc.europa.eu/?i=portal.en.publications.41597

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